Il Professor Giorgio Ripamonti, basandosi sulla sua esperienza come allenatore e docente di atletica leggera, discute l'importanza della coordinazione nello sport, affrontando lo sviluppo di questa capacità dai giovani atleti fino all'alto livello. Sottolinea come il periodo cruciale per migliorare la coordinazione motoria sia tra gli 8 e i 10 anni, con una stabilizzazione che avviene tra i 10 e i 13 anni.
Un aspetto fondamentale evidenziato è il legame tra l'intensità del carico e la coordinazione, in particolare lo sviluppo della capacità di differenziazione cinestesica nei giovani, che permette loro di percepire le forze, le ampiezze dei movimenti e i pattern motori in base all'intensità richiesta. A questo scopo, si suggerisce di variare le intensità negli allenamenti, tra le serie e all'interno della stessa serie, con il contrasto di intensità come metodo efficace. Vengono forniti esempi pratici di differenziazione nella corsa, come la percezione del tempo e la coscienza delle velocità.
Vengono descritte le tappe dell'apprendimento motorio: coordinazione grezza, miglioramento e stabilizzazione del movimento fino a diventare abilità motoria e capacità di accoppiamento e combinazione motoria. La strada per l'apprendimento motorio dovrebbe essere progressiva, ricca di supporti e attrezzi, povera di correzioni verbali e divertente.
Per quanto riguarda l'apprendimento della tecnica, si evidenzia come il gesto tecnico in atletica si svolga in condizioni di intensità massimali, velocità, forza, frequenza, economicità e affaticamento massimale. L'approccio tecnico suggerito per i giovani è il metodo globale-analitico-globale, che prevede una fase iniziale di sperimentazione libera e sicura (globale), seguita dall'apprendimento degli elementi specifici (analitico) e da una fase finale di reintegrazione (globale).
Si affronta la questione se sia possibile migliorare le capacità coordinative in atleti adulti, analizzando le componenti coordinative presenti nei 100/110hs (velocità, forza, ritmo/frequenza, equilibrio dinamico, differenziazione cinestesica, trasformazione motoria, coraggio, mobilità) e nei 400hs (velocità, forza resistente, ritmo/differenziazione, orientamento spazio-temporale, resistenza lattacida, distribuzione dello sforzo, ambidestrismo, adattamento spazio-temporale). Viene approfondito il concetto di ritmo, sia come frequenza elevata dei passi (es. negli ostacoli veloci), sia come capacità di differenziazione (es. nei 400hs con la variazione del numero di passi). Si sottolinea l'importanza di lavorare fin da bambini su ampiezze e ritmi differenti.
L'adattamento spazio/temporale è cruciale, soprattutto nei 400hs, e si suggeriscono esercizi specifici a bassa e alta intensità con ostacoli a distanza casuale. La resistenza con elementi coordinativi e la resistenza alla tecnica sono importanti nelle specialità "lattacide" e ad alta intensità di media durata, ma quest'ultima è sconsigliata ai giovani per i loro bassi livelli di forza e sviluppo del metabolismo lattacido.
La mobilità articolare è presentata come un fattore che migliora la fluidità, l'armonia e l'apprendimento tecnico. La forza e la tecnica sono interconnesse, con gli adattamenti neurali della forza che precedono quelli strutturali e migliorano il controllo motorio.
Infine, viene discusso il ruolo della tecnologia (video analisi) come strumento per strutturare il modello prestativo e fornire riscontri, e dell'intelligenza artificiale nell'analisi dei carichi di allenamento.
La presentazione si conclude con una riflessione provocatoria sulla specializzazione precoce, suggerendo che l'esposizione precoce a pattern motori complessi in modo divertente può essere positiva. (Chiavatti)